Eugenio Finardi

Eugenio Finardi

Figlio di una cantante ed insegnante lirica statunitense, perfezionatasi a Milano, e di Enzo Finardi, bergamasco, tecnico del suono, Eugenio Finardi ha doppio passaporto italiano e statunitense. Dopo l’incisione di un disco di canzoni per bambini all’età di nove anni, inizia la carriera negli anni settanta come musicista rock, in gruppi quali Tiger, Il Pacco con il giovane chitarrista italo-brasiliano Alberto Camerini. 

Il suo contributo alla musica si estende da quegli esordi fino a oggi: dal primo album per l’etichetta Cramps (“Non gettate alcun oggetto dai finestrini”, 1975), il suo stile si evolve costantemente in “Sugo” (1976), “Diesel” (1977), e “Blitz” (1978), realizzato con il gruppo Crisalide, fino a “Roccando Rollando” (1979).

Nel 1981 pubblica “Finardi”, con i testi del paroliere dei Pooh Valerio Negrini, e successivamente “Secret Streets”, album in lingua inglese dove rivisita alcuni brani del disco precedente. Nel 1983, “Dal Blu”, dedicato alla figlia Elettra, nata con la Sindrome di Down. Nel 1985 partecipa a Sanremo con “Vorrei svegliarti”, che prelude all’album “Colpi di fulmine”. Seguono “Dolce Italia” (1987) e “Il vento di Elora” (1989).

Nel 1990 rivisita in chiave moderna alcune sue canzoni (“La forza dell’amore”) con la partecipazione di artisti come Ligabue, Ivano Fossati e Rossana Casale. Seguono gli album “Millennio” (1991) e “Acustica” (1993). In questi anni Finardi inizia a dare segni di insofferenza verso l’industria discografica. “Accadueo” è l’album del 1998, ripubblicato l’anno successivo con il brano “Amami Lara” (Sanremo 1999). Adempiuti questi obblighi contrattuali, torna a fare riferimento all’ambiente della musica alternativa e si dedica a vari progetti di nicchia.

Nel 2003 pubblica “Il silenzio e lo spirito”, un album live nel quale esplora il rapporto tra Musica e Assoluto. Nel 2005, con “Anima blues”, Finardi celebra il suo amore per il genere: l’album riceve consensi a livello internazionale. Nel 2007 è la volta della raccolta antologica “Un uomo”, le cui note di copertina sono curate da Fernanda Pivano. Nel 2008 debutta in teatro con “Suono”, uno spettacolo di monologhi e canzoni in cui l’artista ripercorre oltre trent’anni di carriera. Dallo spettacolo verrà tratto un DVD. Sempre nel 2008, collabora con Carlo Boccadoro e il suo ensemble Sentieri Selvaggi, eseguendo le canzoni del poeta russo Vladimir Vysotsky: l’album vince la Targa Tenco per la migliore interpretazione. Negli anni successivi collabora nuovamente con Boccadoro e l’ensemble Entr’Acte a due distinti progetti: “La storia del piccolo sarto” e “I cavoli a merenda”. Nel frattempo, collabora a produzioni di altri artisti – tra i quali Mauro Pagani e Claudio Baglioni. Nel 2010 produce anche “L’occhio della Luna” di Roberta Di Lorenzo, giovane cantautrice da lui scoperta.

Nel 2011 dedica un album al Fado (“O Fado”) con Francesco di Giacomo, cantante del Banco del Mutuo Soccorso, e Marco Poeta. In gennaio esce per Rizzoli il suo primo libro, scritto a quattro mani con Antonio G. D’Errico: “Spostare l’orizzonte – Come sopravvivere a 40 anni di Rock”. Nello stesso periodo inizia “Eugenio Finardi Electric Tour 2011”, che segna il ritorno al rock delle origini. Apre il Concertone del 1° maggio a Roma, e in settembre si esibisce in un omaggio alla Cramps Records, etichetta del suo debutto: assieme a lui, Claudio Rocchi e i riuniti Area (che avevano partecipato a “Sugo” e “Diesel”).

Torna a Sanremo nel 2012 con “E tu lo chiami Dio”, firmato da Roberta di Lorenzo. Il brano arriva in finale. In quei giorni esce “Sessanta”, un album triplo con cinque inediti. Uno di questi (“Nuovo umanesimo”) è scritto con Max Casacci dei Subsonica, ed è l’inizio di una collaborazione che proseguirà nel 2013. Il brano dà il nome al tour che lo vedrà impegnato fino all’autunno. Nel 2012 torna al Concertone del 1° maggio con Mauro Pagani, e l’anno dopo con Elio E Le Storie Tese.

Alcuni problemi di salute legati al cuore lo portano a comporre e registrare l’album “Fibrillante”, che esce a gennaio 2014. L’album è prodotto da Max Casacci e co-prodotto da Giovanni Maggiore.

Nel 2016 celebra i “40 anni di musica ribelle”: un grande progetto nato dal casuale ritrovamento dell’archivio Cramps con i nastri originali dei primi 5 album di Finardi, ma anche immagini inedite e testimonianze da cui traspare una visione unica del futuro che si riflette in un sound irripetibile. Il progetto si concretizza nel recupero e nella ristampa delle tracce originali dei suoi primi album, con il recupero di materiale fotografico e iconografico d’archivio, e con la realizzazione di uno special televisivo per Sky Arte HD. Dopo il tour partito nel mese di aprile, il lavoro discografico si concretizza in un box speciale pubblicato da Universal Music Italia.

Nel 2018, un nuovo progetto teatrale: “Finardimente”, show di musica e parole che parte a gennaio al Blue Note di Milano. Continua a collaborare, dall’anno precedente, con Radio InBlu. Il programma “La musica è ribelle” consiste in un’ora di libera selezione musicale curata e commentata da Eugenio stesso, che ruota intorno ai temi musicali, artistici e sociali più disparati.

Verso la fine dell’anno, presta la sua voce ad alcuni momenti narrativi di “DNA”, il terzo album dei Deproducers.